di Paolo Santanelli
Crollo alla Riviera
di Chiaia: tutto previsto. Ma le denunce degli ultimi anni non sono mai state
prese in considerazione.
Alla Riviera di Chiaia i segnali
c’erano tutti: alberi che inaridiscono dalle radici in Villa Comunale,
scantinati che si allagano dopo ogni pioggia, portoni di fabbricati che non
chiudono più perché fuori registro, inoltre scricchiolii e lesioni assortite. E
stamane, purtroppo, si è giunti alla resa dei conti: come è noto, intorno alle
10 si è verificato il crollo dell’ala del palazzo al civico 72. Stando ai primi
rilievi effettuati dai Vigili del fuoco, la causa sarebbe un copioso
allagamento, che evidentemente non si è prodotto all’improvviso, sotto la
struttura. L’evento infatti, secondo molti studiosi, è da collegare alla
presenza del cantiere della Linea 6 del Metrò: pare infatti che la galleria
della metropolitana rappresenti una diga che sta impedendo flussi e deflussi
delle acque dolci e delle acque minerali presenti nel sottosuolo. La cosa
inaccettabile è che tale situazione è stata denunciata
più volte negli ultimi anni dalla nostra associazione, da esperti e da alcuni
giornali (vedi ad esempio Chiaia Magazine), ma purtroppo invano. Va aggiunto,
poi, che un altro fattore critico va rintracciato nella creazione del Lungomare
Liberato che ha spostato e concentrato flussi ingenti di traffico veicolare
sulla carreggiata della Riviera. Nello specifico, gli abitanti del civico 72
già da un anno avevano invocato un sopralluogo statico da parte dei tecnici
comunali i quali, però, secondo le testimonianze degli abitanti stessi, non
sono mai intervenuti.
Intanto, proprio per tenere alta
la guardia contro i dissesti, è il caso di segnalare che a via Vittoria Colonna
altezza civico 4, da oltre un mese, si è aperta una voragine al centro della
strada, tra l’altro segnalata in modo approssimativo e persino pericoloso. Non
vorremmo fosse l’ennesimo segnale preso sottogamba. Alla Riviera di Chiaia,
fortunatamente, non si sono verificate vittime per puro miracolo: ma i miracoli
ormai non bastano più.