sabato 18 marzo 2017

SALVINI SI, SALVINI NO... OPPURE SI SALVI CHI PUO’?

La destra europea chiama e l'Italia deve rispondere


di Paolo Santanelli

Con l’intervista dell’altro ieri sul Corriere della Sera Bossi, rivendicando l’identità di sindacato del Nord del suo partito, ha pubblicamente preso le distanze dalla politica centralista di Salvini. Se da un lato Maroni si è immediatamente schierato con il suo segretario, Berlusconi preoccupato dalla discesa di Salvini al sud all’incetta di voti nel bacino di Forza Italia, ha immediatamente dato la stura ad una serie di azioni sodali con il “Senatur”. In considerazione di ciò Salvini potrebbe allora trovarsi in tempi alquanto brevi in cattive acque sia per un assottigliamento del suo consenso elettorale all’interno della Lega Nord dal momento che le frangie integraliste fedeli a Bossi lo vedrebbero come traditore della “causa secessionista-federalista” che per il fuoco di sbarramento delle televisioni di Berlusconi che non perderebbero l’occasione di bacchettarlo senza sosta alcuna. Se così fosse e non vi sono motivi per dubitarne, il buon Matteo vedrebbe dissolversi come ghiaccio al sole, il progetto sovranista nazional popolare di deriva lepenista al quale sta lavorando da oltre due anni e che gli è costato le attenzioni (e non solo quelle) addirittura di Putin. Sinceramente, non credo che Salvini sia tanto stupido da non avere previsto una levata di scudi contro di lui senza immaginare un “coup de théâtre” in grado da trasformarlo da vittima in primo attore. Avendo allora egli già sperimentato che il presentarsi al sud con il simbolo della Lega non paga e che in un eventuale scontro frontale con Bossi risulterebbe perdente, sono sinceramente convinto che si chiamerà fuori dimettendosi da segretario della Lega Nord e trasformando il suo autorefenziale movimento “Noi con Salvini” in una ipotetica “Lega per l’Italia”, nuovo schieramento già dal solo nome suggestivo di un più ampio respiro nazionale. A questo punto in base anche alle chiare indicazioni ricevute dalle presenze alla convention di Napoli, non resterà che chiamare a raccolta tutte le forze conservatrici sovraniste del nostro paese che da troppo tempo orfane di partito, aspettano solo “una patria dove combattere per le proprie idee” altrimenti... si salvi chi può!