domenica 18 agosto 2013

NAPOLI STA MORENDO: A.A.A. CERCASI SINDACO


di Paolo Santanelli
NAPOLI non ha bisogno di un apprendista stregone ma di un vero sindaco, di qualcuno con progettualità, che affronti nella giusta ottica il futuro di una città che sta morendo, senza costringerci a discutere sempre degli stessi problemi che ci affliggono dal '93 (rifiuti, traffico, smog, parcheggi, manutenzione stradale, lavoro, riduzione della spesa pubblica, turismo, patrimonio monumentale, ecc.).

Invitare Obama a Napoli o inviare un video ad Al Pacino, a chi è stato utile, alla visibilità personale del Sindaco o al bene di Napoli? Autocelebrazione e tanto "ego" nella politica di De Magistris senza ricordare però che chi amministra dovrebbe avere l'obbligo di porsi delle priorità. E quali necessità hanno fatto preferire una spesa di tanti milioni di euro per poche regate amichevoli spacciate impropriamente per American's Cup quando poi l'Unesco è stata costretta a richiamare all'ordine il Sindaco di Napoli per lo stato di abbandono in cui versa il centro storico? Una manifestazione che alla pari dell'anno scorso non porterà nessun beneficio alla nostra città, solo costi, disagi e mancati guadagni per commercio e ristorazione. Si perché mentre gli americani, a cui è stato concesso di portarsi anche il cibo da casa, non metteranno nemmeno il naso fuori dal loro villaggio, i frequentatori abituali di Chiaia preferiranno altri "lidi" nell'impossibilità di parcheggiare le auto o nel rischio di trovarsi imbottigliati nel traffico. E ciò a causa di una irresponsabile "faraonica" ZTL attuata senza avere prima istituito servizi minimi accessori (garages; mezzi pubblici) ed in barba alla topografia di una città a sviluppo ortogonale e longitudinale, per questo incompatibile con una eccessiva estensione di continuo della ZTL.

Vogliamo parlare poi della più lunga pista ciclabile d'Europa che ha visto addirittura il nostro sindaco concedersi il privilegio di andare in deroga al codice della strada, permettendo alle biciclette di transitare in controsenso o addirittura sul marciapiede? Oppure dei soldi spesi per disegnare loghi di biciclette ed approntare le piste? Tutti monumentali esempi della sua "magnificenza", attuati con la solita arroganza indifferente ai palazzi della Riviera di Chiaia che crollano, agli alberi secolari della Villa Comunale che muoiono, alle strade ridotte a colabrodo, alle scuole non messe in sicurezza, alla differenziata ancora al palo che ci costa tra l’altro una multa salata ed il ritiro dei fondi europei, alle periferie abbandonate a se stesse con delinquenza e microdelinquenza che la fanno da padrone.

In questa città dove si muore per un albero sradicato dal maltempo e dall’incuria dell’ufficio giardini, sembra non esserci nulla di più importante dello stadio di calcio, tanto da riempire le pagine del più letto quotidiano cittadino per ben tre giorni.

E no, signor sindaco: qua non se ne può più, il vaso è pieno. Di tutte le promesse fatte in campagna elettorale.... nemmeno l'ombra, altro che democrazia partecipata!

La smetta allora con l'arroganza, la smetta di fare lo sbruffoncello, la smetta di atteggiarsi a capovillaggio con aspirazioni da imprenditore ed al posto della bandana indossi invece il tricolore e.... cominci a fare veramente il Sindaco, se non altro per amore di questa città che le ha dato i natali!

lunedì 12 agosto 2013

CON LA VILLA COMUNALE MUORE UNA PARTE DELLA MEMORIA STORICA DI NAPOLI

di Paolo Santanelli
(Presidente ONLUS  "Chiaia per Napoli")


E’ inutile nascondercelo ma la Villa Comunale di Napoli sta morendo nell’indifferente silenzio delle istituzioni che per lungo tempo hanno finto di non vedere. Con essa scomparirà, purtroppo, un pezzo importante della memoria storica della nostra città, ricca di cultura e bellezze tali da essere stata definita da Alessandro Dumas nel 1841, come “la più bella e soprattutto la più aristocratica passeggiata del mondo”.

Una lunga agonia la sua che, a pensarci bene, comincia nel 1997 quando Bassolino affidò i lavori di restyling ad un architetto non napoletano (Alessandro Mendini), che riprogettando gli chalet, risistemando il verde e sostituendo cancellate e lampioni del ‘800 con orride strutture moderne, le conferì un aspetto in aperta rottura con lo stile neoclassico preesistente. Fu poi la volta della Giunta Iervolino che ripavimentandola con una pietra tufacea tanto friabile da sgretolarsi al solo calpestio, conferì al fondo un aspetto terroso con aumento di nano-polveri nell’aria.

A poco alla volta un degrado crescente, favorito dalla totale assenza di controllo del territorio, si impadroniva di viali e passeggiate, tra scorribande di baby-gang, bivacchi di extracomunitari sui prati ed increduli writers liberi di vandalizzare senza alcun impedimento, fontane, statue e strutture neoclassiche di incommensurabile valore artistico. A nulla servirono le vibranti proteste del mondo dell’associazionismo civico con l’iniziativa delle “DECOR-ONDE” (Onde del Decoro) se non a scatenare l’ira della Giunta Iervolino con un secco diniego da parte dell’assessore alla sicurezza Scotti. Per non parlare poi del disinteresse per il destino di alcune strutture monumentali quali la Casina Pompeiana, il Circolo della Stampa ed in ultimo la Cassa Armonica di Alvino i cui resti del cappello liberty di copertura, smontati in occasione della Coppa America perché pericolanti,  dopo più di due anni giacciono ancora abbandonati alle intemperie in un vicino cantiere della linea 6 della Metropolitana, nonostante la singolare e simbolica protesta con un “Concerto Stonato” organizzato all’interno della struttura da alcune associazioni civiche nel maggio del 2012.

Ad immolarsi per la nuova linea metropolitana non è stata però la solo struttura di Alvino ma anche i tanti alberi e piante, unici nel loro genere, silenziosamente morti perché costretti a bere acqua salmastra risalita fin sotto la Villa a causa dello sbarramento al deflusso delle acque meteoriche creato dal muro di cemento della Linea 6. Per non parlare poi dei 3 grandi buchi fatti per realizzare le centraline di areazione della metropolitana. Questi “sfiatatoi” oltre che saranno ben visibili dall’esterno, a causa dello sbancamento del terreno impediranno di fatto di ripiantare alberi ad alto fusto, con ulteriore perdita dell’aspetto botanico originario.

Il dato reale è che la Villa Comunale in questi ultimi anni, ha cambiato aspetto a seconda delle necessità del metrò. Dio non voglia, però, che denaturalizzata della sua peculiarità botanica e privata delle opere artistiche, possa essere considerata struttura inutile, sacrificabile o delocalizzabile. Ipotesi questa non tanto peregrina se si considera che per la realizzazione della “faraonica” pedonalizzazione di via Caracciolo, “opera magna” fortemente voluta dal sindaco De Magistris, c’è bisogno di implementare la superficie stradale dal momento che, alla luce degli ultimi dissesti idrogeologici, la Riviera di Chiaia si è manifestata essere un’arteria del tutto insufficiente a soddisfare da sola le esigenze di una città a sviluppo longitudinale ed ortogonale.

giovedì 1 agosto 2013

VIA TORELLI: INIZIATIVE INCOMPIUTE E SPERPERO DI DENARO PUBBLICO

Via Torelli

di Paolo Santanelli 
(Presidente ONLUS  "Chiaia per Napoli")

Qualche anno fa il Comune di Napoli decise di riqualificare Via Torelli, piccolo tratto di strada che collega via Carducci con via S. Pasquale poiché sede di un vergognoso mercatino ortofrutticolo a cielo aperto che dal pomeriggio, fino a notte inoltrata, si trasformava in un grande parcheggio abusivo.
Non posso dimenticare la solerzia e la dedizione con la quale furono eseguiti i lavori durante tutto il mese di agosto affinché il nuovo look fosse ben visibile fin dai primi giorni di settembre. Purtroppo, come al solito, a distanza di 4 anni ci ritroviamo invece ad aver solo sperperato soldi pubblici poiché via Torelli versa ancora in situazione di grosso degrado ambientale. Area mercatale in condizioni igieniche discutibili con bancarelle debordanti dalle aree assegnate e di impedimento al passaggio pedonale anche grazie al parcheggio non autorizzato di ciclomotori e camioncini. Il pomeriggio, poi, terra di conquista dei parcheggiatori abusivi organizzati gerarchicamente in un “capo” con al soldo 4 scagnozzi (che retribuisce con 50€ al giorno ciascuno) e da un concessionario dell’area (n.b.: che ovviamente non è il Comune) a cui dovrà corrispondere la giusta percentuale degli incassi ossia il “pizzo”. Il tutto sotto gli occhi indifferenti dell’amministrazione e delle forze dell’ordine che preferendo “vincere facile” cacciano gli artigli sempre e solo, sui soliti noti. Molto più facile controllare un esercizio commerciale e chiuderlo per 3 giorni che infliggere un duro colpo alla delinquenza e bonificare un’area di circa 500 m2 dove di un volume di affari superiore ai 200mila € all’anno non entra nemmeno un euro nelle casse dello Stato.
Cosa dovrà allora mai pensare il comune cittadino di fronte a questo scempio in cui nell’indifferenza di istituzioni e forze dell’ordine, si commettono impunemente gravi reati fiscali e penali? Cosa dovrà mai pensare quel comune cittadino quando il mattino dopo, aprendo la cassetta delle lettere, troverà una comunicazione dell’Equitalia in cui a torto o a ragione, gli si chiederanno ammende e tributi?