martedì 15 marzo 2016

MARCIA INDIETRO DI COMUNE E SOVRAINTENDENZA SULLA CASSA ARMONICA

I vetri della corolla saranno colorati e non bianchi

di Paolo Santanelli

Le associazioni vincono su tutto il fronte ed il Ministero, a cui era stato inviato un dossier particolareggiato, bacchetta Comune e sovraintendenza con un'immediata ordinanza di rimozione dei pannelli della discordia così che i vetri ora finalmente, saranno gialli e verdi e non bianchi e di policarbonato.
Vittoria allora su tutta la linea per cui da oggi le associazioni civiche che hanno preso parte all'azione, potranno gustarsi un successo importante grazie alla caparbietà, professionalità e capacità organizzativa della promotrice Antonella Pane, alla quale in questi ultimi giorni non erano stati lesinati giudizi talora anche forti.
A leggere però bene tutte le carte, in un paese civile ci si sarebbe quanto meno aspettati le dimissioni dell'assessore Piscopo e del sovraintendente Garella, se non altro per la loro arroganza che coniugata all'approssimazione dei loro uffici, non li hanno fatti sicuramente figurare amministratori virtuosi.
Non da meno gli argomenti a discolpa dei due manager che hanno dichiarato, l'uno (Piscopo) di avere operato sulla base di una riproduzione iconografica della Cassa Armonica rivelatasi poi essere non di Alvino ma nemmeno di un suo coevo e l'altro (Garella) di non avere ritenuto che le problematiche di natura acustica rientrassero nelle competenze della sovraintendenza quando invece qualche anno fa, fu proprio il suo ufficio a bloccare i lavori di riqualificazione del teatro S. Carlo a causa del tessuto delle poltrone che era risultato troppo fono-asserbente.
Che Piscopo e Garella si arrampichino sugli specchi, è alquanto evidente ma ciò che è drammatico è che entrambi resteranno, indisturbati, al loro posto di comando nonostante la grossolana figuraccia fatta non solo con le associazioni civiche ma con la città e con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali diretto da Dario Franceschini.

sabato 12 marzo 2016

LE PRIMARIE DEL PD A NAPOLI...


TRIONFO DI BASSOLINO O SCONFITTA DEL PD?

di Paolo Santanelli

Le primarie del centro-sinistra, lungi dall’essere state un esercizio di democrazia, si sono rivelate solo un’arrogante prova di forza e di potere tra “bande”, confermando così che le “chiacchiere” di cinque anni fa… forse tanto chiacchiere poi non erano.
L'unico dato certo è che ad uscirne sconfitto è stato il PD sia per i sospetti di brogli che gravano sulla renziana Valeria Valente che per l'atto di forza del sempre-verde Bassolino in grado da solo, di contrastare il partito del Presidente del Consiglio. Ovvio epilogo questo per un partito, già da tempo sull’orlo di una “crisi di nervi”, costretto a riciclare come candidato sindaco, due personaggi che nell’inconscio collettivo dei napoletani evocano ancora tristi ricordi.
Se già il nome di Bassolino risuonava difatti a disdoro per tutti i napoletani, da Renzi ci si sarebbe aspettato qualcosa di più che riproporre un'altra figura del "decadentismo napoletano", facilmente ricollegabile come il suo diretto antagonista ad un triste passato, ancora troppo vicino per essere già stato dimenticato: Valeria Valente delfino di Bassolino e già assessore della Giunta Iervolino.
Da Renzi, come dicevo, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più a conferma proprio delle sue parole, ripetute finanche qualche giorno fa su di un cantiere dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria: "... l'Italia deve ripartire per cui noi chiameremo gli uomini migliori alla guida del paese...".
Matteo, ma se la Valente è uno dei personaggi “migliori” che il PD è stato in grado di schierare, cosa dovremmo mai aspettarci dagli altri?