giovedì 3 ottobre 2013

LAMPEDUSA: TRAGEDIA ANNUNCIATA!

di Paolo Santanelli
Non possiamo rimanere a guardare inermi una tragedia umana come quella che si è verificata oggi ad 800 metri dalle coste di Lampedusa. Dobbiamo far qualcosa perché 300 vite umane non si perdono nemmeno in un attacco bellico; oggi in guerra ne muoiono molte meno!
Mi è molto doloroso ammetterlo ma nel 2013 nonostante tutti i nostri sforzi nel celebrare il "ricordo", l'esempio della Storia non è servito ad evitare gli errori e gli orrori, del passato. Diciamolo pure, senza falsi moralismi: quello di oggi si chiama eccidio, crimine contro l'umanità, evento sovrapponibile all'olocausto, al massacro di Katyń, alle Foibe o al genocidio in Ruanda.
L'Europa, allora, non può chiamarsi fuori e lavarsene le mani come se il fatto non fosse il suo. Deve invece rendersi conto che se si sta insieme, lo si fa nel bene e nel male e non solo quando fa comodo. Occorre comprendere che collaborare alla gestione e alla soluzione, del fenomeno dell'immigrazione clandestina non è assistenzialismo o mutuo soccorso fatto all'Italia ma è atto dovuto soprattutto nell'interesse di tutti i paesi dell'Unione Europea al cui centro, si sa, sono diretti i flussi migratori.

Non possiamo più restare inermi ad assistere ad una colpevole e mascalzona indifferenza: occorre ribellarsi provocatoriamente.
Cosa ne penserebbe difatti l'Europa se da domani, al posto di mettere in fila i morti, presidiassimo con le nostre navi le acque territoriali, non per cacciare indietro i migranti ma per aiutarli a raggiungere le rive senza inutili dispendi di vite, allestendo però contemporaneamente dei campi raccolta profughi a ridosso delle nazioni a noi confinanti di modo tale che in caso di "fuga" dal campo, il problema potesse essere anche loro e non più solo nostro... cosa ne penserebbe allora l'Europa?