domenica 11 marzo 2018

IL FUTURO DELLA LEGA DI SALVINI E’... AL SUD!

Radicare il territorio scegliendo gli uomini giusti questa sarà la ricetta della Lega di Salvini al Sud

di Paolo Santanelli 

Anche se si sta cercando a tutti i costi di inculcare nella mente degli italiani che l'unico vero vincitore di questa recente competizione elettorale sia stato il M5S, basta guardare attentamente i risultati per comprendere che invece ad avere trionfato è stata e senza dubbio alcuno, la Lega di Salvini che rispetto al seppur considerevole incremento del 27,8% dei pentastellati (dal 25,5% del 2013 al 32,6% del 2018) ha fatto impallidire qualsiasi ipotesi di un loro successo, registrando un aumento percentuale delle sue preferenze del 424%, passando così da un esiguo 4,1% delle politiche del 2013 ad un trionfale 17,4% nel 2018. Salvini allora, che fino ad ieri era considerato dalla frangia più radicale delle camice verdi un traditore della causa “secessionista-federalista”, oggi con il successo elettorale del suo progetto sovranista nazional-popolare di deriva lepenista, diviene il “leitmotiv” politico non solo della compagine padana ma di gran parte della destra italiana che da anni aspettava qualcuno in grado di riproporre con orgoglio e fierezza i grandi temi della destra missina in difesa dell’identità nazionale culturale e religiosa, della legalità, della famiglia, della solidarietà, della vita, della patria e della bandiera. Tutti temi questi che negli ultimi 30 anni una certa corrente politica ha preferito mettere in soffitta solo per fondarci il proprio successo elettorale, rivivificando fantasmi del passato con spettri di governi autoritari, lotta di classe, odio e violenza politica.
Con queste premesse ed in considerazione dell’eterogeneità delle due principali forze politiche, appare però veramente poco probabile che sarà possibile costituire una maggioranza stabile di Governo, per cui il ricorso ad un governo di scopo su larghe intese sarà l’unica soluzione possibile in attesa di cambiare la legge elettorale per tornare quanto prima alle urne (occorrerà solo capire l’estensione cronologica di quel “quanto prima” non avendo mai visto dei politici buttare all’aria i benefici elettivi prima della scadenza naturale del loro mandato).
Considerando allora l’atipica distribuzione territoriale del voto che ha visto il M5S fare l’en plein al sud, in un’ipotesi di questo tipo, la Lega di Salvini potrebbe essere allora l’unico partito a poterne beneficiare, antagonizzando e strappando consensi al sud ad un M5S svergognato dall’inattuabilità del reddito di cittadinanza. È difatti grazie ai voti del meridione che il leader del Carroccio in questa tornata elettorale è riuscito a superare Forza Italia recuperando ben 23 deputati e quindi è solo qui che potrà incrementare il suo consenso ai danni dei pentastellati, convincendo i meridionali della genuinità del proprio progetto con azioni e scelte giuste, volte prima di tutto alla valorizzazione del territorio.
La parola ora passa ovviamente all’establishment della Lega che avrà a mio avviso l’importante ed indifferibile compito di veicolare nel possibile il maggior numero di incarichi parlamentari al sud, coinvolgendo attraverso i suoi eletti sul territorio, figure di riferimento e carisma nell’ambito culturale, professionale, politico e sociale, vicine al partito, dando così un senso al termine meritocrazia di modo tale che non resti una semplice “formula sine materia”.
E’ giusto allora aspettarsi una chiamata alle armi di tutte le forze conservatrici e sovraniste meridionali che fin da troppo tempo orfane di riferimenti identitari, aspettano solo “una patria dove combattere per le proprie idee”.